con: Iris Fusetti, Nicola Pannelli, Fausto Paravidino,
Paolo Pierobon
produzione: Teatro Stabile di Bolzano
Siamo in provincia, nella nebbiosa e insignificante monotonia della vita quotidiana di una famiglia distrutta dalla perdita della madre, evento che ha portato i diversi membri a reagire passivamente alla vita, succubi delle proprie debolezze ed incapacità.
Il padre, ridotto alla semi infermità da una malattia fisica, è ancora più infermo nella voglia di vivere; non ci sono più né entusiasmo né felicità nella sua giornata, e solo ora che è costretto a rimanere a casa realizza di non possedere la benché minima capacità di gestire il rapporto con i figli, o peggio, di non conoscerli affatto.
La figlia maggiore, investita dall’arduo compito di gestire casa come una mamma, azzera la sua vita privata per dedicarsi servilmente agli aspetti pratici che la situazione comporta, ma data l’inesperienza in tema di vita e l’estraneità ai disagi degli altri, non è in grado di comprendere le difficoltà e di aiutare gli altri componenti della famiglia come un madre saprebbe fare.
La seconda figlia è invece incapace di gestire i rapporti amorosi: combattuta tra la testa e il cuore, non sa se conservare la sicurezza dello stare col fidanzato storico, oppure lanciarsi verso la libertà e l’avventura di un nuovo amore, più carnale e passionale.
Il figlio è un immaturo adolescente dall’animo gentile e disponibile, ma incastrato nei contorti rapporti fra gli altri componenti della famiglia e la sua possibilità di comprensione è offuscata da alcool e droga.
La storia di questa famiglia ci viene raccontata da un dottore, più psicologo che medico di famiglia, incapace però di risolvere o perlomeno aiutare in una situazione che ha coinvolto lui medesimo.
Un dramma famigliare schietto e sincero, una rappresentazione sarcastica e pregna di quei disagi sociali che purtroppo annebbiano la serenità e la gioia di vivere di numerose famiglie del giorno d’oggi.